Quando devono essere sostituiti i filtri?
Le variabili sono davvero troppe e possono cambiare da luogo a luogo. Non sarebbe pertanto serio dare una risposta univoca che sia tecnicamente corretta e rispettosa delle Normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente. Consigliamo di utilizzare gli strumenti di misura e controllo che la moderna tecnologia mette a disposizione a costi contenuti e di attenersi al manuale di uso e manutenzione dell’impianto fornito dal Costruttore. Fatta questa premessa, possiamo comunque dare alcune indicazioni:
Filtri cielo cabina (plenum)
Se la cabina dispone di contaore, si devono rispettare i valori consigliati dal Costruttore.
Se si dispone di un
manometro la perdita di carico non deve essere superiore a quella prevista dal Costruttore.
Per nostra esperienza si consiglia la sostituzione dei filtri:
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Quando la cabina lavora in depressione e non in pressione
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Quando la velocità o il flusso dell’aria risultano inadeguati (previe verifiche sullo stato di uso e funzionamento dei prefiltri, dei ventilatori e di tutti i componenti delle unità termoventilanti)
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Quando da un esame visivo i filtri cielo presentano chiazze di colore scuro, mostrano evidenti danni da usura, spanciano durante la fase di ventilazione, hanno subito danni causati da residui di overspray o sporco che non si possono rimuovere mediante pulizia, hanno subito danni da eccessivo riscaldamento (uso di lampade IR)
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Quando i filtri sono installati da un periodo superiore ai 15 mesi
Filtri espulsione (abbattimento sottogriglia)
Il loro eccessivo intasamento ostacola la regolare espulsione dell’aria e crea una eccessiva pressione interna della cabina che si percepisce facilmente quando risulta faticoso chiudere la porticina di sicurezza (attenzione: la causa potrebbe essere da ricercarsi anche nel depuratore, se presente).
Se si dispone di un
manometro la perdita di carico non deve essere superiore a quella prevista dal Costruttore.
Per nostra esperienza i filtri espulsione vanno sostituiti, all’incirca, ogni 200 ore di lavoro.
Come posso smaltire i filtri esausti?
Per lo smaltimento dei filtri esausti bisogna rivolgersi ad aziende autorizzate a tale scopo, che dopo aver svolto le dovute analisi, ne decidono il grado di pericolosità e conseguentemente la procedura da seguire.
In un filtro è possibile sostituire solo alcuni degli elementi filtranti esausti con altri nuovi?
Certamente, ma noi lo sconsigliamo perché si rischia di squilibrare l'intero sistema creando passaggi d'aria preferenziali sovraccaricando i filtri nuovi e abbassando drasticamente le performance di tutto il filtro.
Le U.T.A. (o gruppi tecnici) delle cabine di verniciatura necessitano di particolari controlli?
Certamente. Come ogni altra macchina necessitano della manutenzione periodica che deve prevedere un controllo dello stato di intasamento dei filtri del primo stadio, deputati alla prefiltrazione dell’aria destinata al cielo (plenum) cabina.
I filtri devono essere in ottimo stato perché il loro malfunzionamento potrebbe essere causa di gravi danni all’impianto. Ad esempio:
Per nostra esperienza i filtri vanno sostituiti, all’incirca, ogni 800 ore di lavoro.
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Ventilatori (sulle pale si formeranno delle incrostazioni di polvere che nel tempo si sbilanceranno creando vibrazioni dannose, diminuzione della portata dell’aria e incremento dei consumi energetici)
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Scambiatori di calore (come per i ventilatori, si possono creare accumuli che oltra a ridurne il rendimento termico, potrebbero anche essere causa di innesco di principi di incendio)
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Sonde di misurazione (si possono danneggiare rendendo inutile la loro presenza, ai fini del corretto funzionamento dell’impianto)
Come si presenta una Unità Trattamento Aria (U.T.A)? Quali sono i filtri più utilizzati?
Potete vedere uno schema U.T.A. a questo
link.
I depuratori dell’aria in espulsione necessitano di particolari controlli?
Quanto detto per le U.T.A. vale anche per i depuratori dell’aria in espulsione quando non sono previsti carboni attivi.
Se il depuratore ha i carboni attivi come si capisce quando è il momento di sostituirli?
Da test effettuati sui filtri a carbone attivo, è emerso che esiste un legame tra la quantità di solventi ed il rendimento del carbone attivo stesso. Quando il peso del solvente adsorbito è la metà del peso che può essere adsorbito dal carbone stesso, il filtro a carbone perde rapidamente il suo potere adsorbente, quindi è conveniente sostituire il carbone.
Quando il carbone attivo è esausto cosa si deve fare?
Le Normative di Legge parlano chiaro: deve essere conferito con le modalità previste, esclusivamente alle Aziende in possesso delle autorizzazioni Regionali. Nel caso di quantità ingenti e fatte le necessarie considerazioni economiche, i carboni potrebbero essere rigenerati e non smaltiti. Anche in questo caso, comunque, ci si deve rivolgere esclusivamente alle sole Aziende che hanno le autorizzazioni Regionali.
Ci sono particolari avvertenze da seguire per lo stoccaggio dei carboni attivi esausti?
Al di là delle normative di legge che chi stocca questo tipo di prodotto deve seguire per non incorrere in gravi sanzioni, una accortezza è quella di non esporli ai raggi solari o a fonti di calore specialmente se imballati in sacchi di colore scuro. Ciò per evitare pericolosi fenomeni di autocombustione.
È vero che anche i filtri trattati con prodotti fiamma ritardanti, possono dare luogo a fenomeni di autocombustione o comunque incendiarsi anche se sono soltanto parzialmente carichi di prodotto verniciante?
Sì, anche una parziale presenza di vernici e un non corretto stoccaggio di filtro esausto possono causare i fenomeni sopra descritti.
Ho notato che alcuni filtri in carta multistrato per l'abbattimento dell'overspray, tipo le vostre Serie GC e AE, non hanno la certificazione fiamma ritardante. Perchè?
La norma nr.33 della NFPA (National Fire Protection Association - Associazione nazionale per la protezione dal fuoco) non prevede più che i filtri per la raccolta dell'overspray di vernici siano testati in base alle norme U.L. (ovvero le norme che indicano che il prodotto è stato testato a test e a valutazioni secondo norme di statunitensi). Il comitato tecnico del NFPA, il consiglio normativo e l'insieme dei membri ritengono che non abbia senso usare proprietà ritardanti del fuoco nei filtri di overspray quando la mano di vernice raccolta è altamente infiammante e distruggerebbe il filtro se sottoposto all'azione del fuoco. Per questo motivo e per nostra scelta i filtri multistrato non sono autoestinguenti, ciò in quanto anche se parzialmente saturi di vernice divengono altamente infiammabili. Questo concetto è valido per qualsiasi altra marca di filtro in carta o cartone.
È vero che un filtro intasato provoca elevati consumi energetici?
Sì, è vero in quanto la progressiva riduzione di portata dell’aria deve essere compensata da un maggiore sforzo della ventilazione. Da prove effettuate presso nostri Clienti abbiamo potuto calcolare che la regolare manutenzione, oltre a garantire un ambiente igienicamente sicuro per gli operatori, è economicamente molto vantaggiosa.
La durata o vita operativa di un filtro, è proporzionale alla sua superficie?
No, non lo è. Un modello con una superficie filtrante del 50% maggiore ad un altro, consente di ottenere un allungamento della durata di quasi il 100%. E non solo: riduce sensibilmente il consumo energetico grazie ad una minore perdita di carico.
Un esempio pratico potrebbe essere questo: due filtri a tasche in microfibra di vetro (592x592x535) rispettivamente a 10 settori (codice: TV555/10 85) e 12 settori (codice: TV556/12 85).
E non è tutto! Nel calcolo dobbiamo tenere conto degli ulteriori costi dovuti alla sostituzione più frequente dei filtri, sia in termini di attesa per fermo impianto, sia in termini di costo per la manodopera.
Perché alcuni filtri sono colorati?
Solitamente i filtri sono colorati per distinguere le diverse efficienze all’interno della categoria di prodotto a cui appartengono. Nel caso delle medie filtranti vi invitiamo a leggere la domanda sottostante.
Alcune medie filtranti hanno un solo lato colorato, perché? Cosa indica il lato colorato? Perché i filtri hanno due colori?
Questo tipo di accorgimento si utilizza principalmente nelle medie sintetiche per la
prefiltrazione (lato di colore azzurro/blu) e in quelle in
fibra lunga di vetro per il trattenimento dell’overspray (lato di colore verde, viola, arancione ecc). Il lato colorato, salvo rare eccezioni, è quello attraverso il quale il flusso dell’aria deve entrare.
Una media sintetica di tipo progressivo può essere montata in modo casuale o deve avere un preciso orientamento?
Le medie sintetiche di tipo progressivo, come lo sono le nostre, devono essere montate in modo che il flusso dell’aria da trattare, entri dalla parte con struttura più aperta. L’errata installazione compromette sensibilmente la durata del filtro.
Come faccio a sapere qual è il lato corretto di uscita dell’aria?
Nelle nostre
media filtranti il lato di uscita aria è timbrato con il grado di efficienza. Per le celle filtranti, sul telaio è presente la freccia di indicazione di uscita dell’aria.
Alcuni filtri cielo cabina hanno sul lato uscita aria una maglina sottile e altri una specie di rete. Qual è la differenza?
A parità di prestazioni in termini di efficienza, la differenza sta nel fatto che quelli con la rete offrono una maggior resistenza meccanica e sono pertanto consigliati quando la velocità di entrata dell’aria nel plenum è elevata e di conseguenza può provocare fenomeni di turbolenza.
I filtri cielo cabina possono trattenere particelle con diametro superiore a 10 micron?
Si. L’occhio umano non riconosce particelle inferiori a 13 micron. Sì, queste particolari medie filtranti sintetiche sono state pensate appositamente per questo tipo di risultato.
Ho sentito parlare di un Migration Test per i filtri cielo. Viene considerato un test valido?
Il Migration Test è un test effettuato da un noto produttore di filtri per motivi puramente commerciali. Non è riconosciuto da alcun Ente. Con questo test si intende dimostrare che il filtro cielo cabina ha la capacità di arrestare la polvere di ossido di alluminio. Questo è possibile solo quando il media del filtro cielo viene eccessivamente impregnato di sostanze adesive, rendendo la parte finale del filtro (il lato di uscita aria) molto chiusa e non permettendo alla polvere di ossido di alluminio di uscire. La polvere di ossido di alluminio usata per questo test è molto più pesante delle polveri standard e non è presente nell'aria atmosferica. La vibrazione a cui viene sottoposto il filtro durante questo test non esiste nella realtà poiché gli impianti di verniciatura non sono sottoposti a simili vibrazioni. Nell'uso reale invece, filtri di questo tipo (con una maggior chiusura sul lato uscita aria ed eccessiva umettatura) possono presentare quattro grossi svantaggi: 1) hanno minor durata in quanto si intasano molto prima del tempo 2) hanno una perdita di carico più elevata 3) presentano punti di discontinuità sul collante del media che, non essendo uniforme, non si comporta bene con le polveri tipiche (e più leggere) degli impianti di verniciatura 4) l'impianto ha bisogno di maggiore spinta e quindi vi sarà un maggior costo imputabile all'energia utilizzata per far funzionare l'impianto
Alcuni modelli di filtri cielo al tatto risultano appiccicosi. È un difetto o un pregio?
Sicuramente un pregio in quanto questo particolare trattamento definito impregnazione (umettatura), assicura una elevata capacità di ritenzione delle polveri.
Ho notato che i filtri cielo, pur avendo medesima Classe di efficienza possono avere grammature per metro quadro che vanno normalmente dai 400 g/m² ai 600 g/m². Esiste un criterio di scelta?
Ci sarebbero diverse considerazioni tecniche da fare, ma sulla base della nostra esperienza possiamo dire che, per esempio, un filtro cielo da 400 g/m² è particolarmente indicato negli impianti vecchi con scarsa portata d’aria.
Ho notato presenza di particelle di sporco o di polvere sui pezzi verniciati. Cosa devo fare?
Per la nostra esperienza le cause più comuni sono da ricercare:
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Tubo flessibile che porta l’aria compressa all’aerografo. Al suo interno potrebbero essersi accumulate impurità. Si consiglia di sostituirlo frequentemente
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Aria compressa non filtrata adeguatamente da tracce di polvere, acqua o olio
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Scarsa pulizia del supporto
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Indumenti del verniciatore sporchi o non adeguati. Si consigliano tessuti in filo continuo
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Contaminazione del prodotto verniciante
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Mancata filtrazione del prodotto verniciante
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Polvere o sporco presente nella cabina di verniciatura
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Pressurizzazione della cabina di verniciatura insufficiente che potrebbe creare vortici d’aria
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Filtri cielo cabina danneggiati o esausti. Lo stato d’intasamento può essere facilmente rilevato mediante un semplice manometro differenziale per basse pressioni
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Errato montaggio dei filtri cielo. Si raccomanda di verificare che i telai porta filtro facciano perfetta tenuta con la struttura del plenum per evitare passaggi di aria non filtrata
Cosa significa "precoating" (o pretrattamento) quando si parla di Cartucce Filtranti?
Quando i filtri a cartuccia
(serie CFV) sono impiegati in utilizzi particolarmente gravosi è consigliato prevederne un pretrattamento mediante l’applicazione della nostra polvere PREPOW. Il pretrattamento viene effettuato per incrementare il risultato della pulitura pneumatica e mantenere costante il valore della perdita di carico.Sulla base della nostra esperienza, lo consigliamo sempre per i seguenti processi produttivi:
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saldatura
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taglio laser
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taglio al plasma
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metallizzazione
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presenza di polveri particolarmente unte o appiccicose
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basse concentrazioni di polveri nell’aria da trattare
Le Cartucce Filtranti possono essere lavate?
Le nostre
Cartucce Filtranti (serie CFV) in poliestere possono essere lavate mediante idropulitrice ad alta pressione ma consigliamo di non lavarle più di tre volte. Le cartucce con media filtrante in cellulosa o composizione mista, non possono essere lavate con acqua. Le cartucce con media contaminata da materiali pericolosi o nocivi, non devono essere lavate.
Prima di procedere al lavaggio di qualsiasi elemento filtrante, controllare:
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normative statali o locali che riguardano il contaminante
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schede tecniche e di sicurezza o altra autorità riconosciuta per accertarsi che il contaminante a contatto con l’acqua non provochi una reazione chimica che possa causare un rischio per l’operatore o l’ambiente
Per lo smaltimento delle acque e dei fanghi derivanti dal lavaggio, attenersi alle normative in vigore.
Per il lavaggio consigliamo di seguire queste semplici norme:
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Tenere l’ugello della lancia ad una distanza di 50 cm circa dalla cartuccia
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La pressione del getto dovrà essere quella massima
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La temperatura dell’acqua dovrà essere di 90 °C circa
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Il detergente dovrà avere un grado di acidità pari a pH 5 – 6
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Con movimenti lenti, orientare il getto della lancia dall’alto verso il basso colpendo 8 – 10 pieghe per volta
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Risciacquare accuratamente la cartuccia dai residui di detergente
Dopo la sgocciolatura, procedere alla perfetta essiccazione, della cartuccia impiegando uno dei seguenti metodi:
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Lasciare la cartuccia una settimana in un locale con temperatura minima di 20 °C
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Lasciare la cartuccia 12 ore in un forno alla temperatura massima di 100 °C
Quanti tipi di cabine di verniciatura esistono?
Ne esistono di diversi tipi ma principalmente vengono raggruppate in:
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Cabine pressurizzate: consentono di lavorare in un ambiente “fuori polvere”
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Cabine a secco: l’abbattimento dell’overspray è affidato a filtri inerziali, filtri multistrato e filtri paintstop
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Cabine a velo d’acqua: l’abbattimento dell’overspray è affidato ad un velo d’acqua che scende lungo una parete posta sul fondo della cabina ed è alimentato da una o più pompe di circolazione
Maggiori informazioni le potete trovare nella sezione
Terminologia e Sinonimi
Come si presenta una cabina di verniciatura pressurizzata? Quali sono i filtri più utilizzati?
Potete vedere uno schema di cabina pressurizzata a questo
link.
Maggiori informazioni le potete trovare nella sezione
Terminologia e Sinonimi
Avete dei consigli per la corretta sostituzione dei nuovi filtri in una cabina di verniciatura pressurizzata?
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Pulire accuratamente il plenum e le battute dei telai porta-filtri verificando che gli stessi non presentino tracce di ossidazione o sporco che andranno rimosse. Le vibrazioni del plenum facilitano il distacco di micro particelle di ossido o di vernice dai telai porta-filtro in cattivo stato
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Far funzionare la cabina di verniciatura con la ventilazione alla massima portata (fase di verniciatura). Ciò consentirà d'espellere le impurità accumulate
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Montare i nuovi filtri facendo attenzione che siano ben alloggiati nei loro telai e che quest'ultimi siano serrati in modo tale da garantire una perfetta tenuta
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Far funzionare la cabina vuota per almeno 2 ore ad una temperatura di 20/25 °C per consentire ai nuovi filtri di stendersi correttamente
Un mio Collega Responsabile della manutenzione di una grande Azienda mi ha parlato di Mappatura dei filtri. Potete dirmi di che cosa si tratta?
Rispondiamo molto volentieri perché si tratta di un Servizio gratuito che Vefim è in grado di dare ai propri Clienti. Potete trovare maggiori dettagli in
questa pagina.
cosa si intende per questa dicitura sulla scheda tecnica: ADSORBIMENTO CCL4 TETRACLORURO DI CARBONIO (ASTM 3467)?
E' un metodo di prova (standard) per determinare il grado di completamento del processo di attivazione, quindi, un mezzo utile per il controllo di qualità per i carboni attivati in fase gassosa. Consiste nella misurazione del volume dei pori del campione di carbone attivo.
Che codice identificativo di smaltimento (CER) ha il mio filtro?
In materia di filtri esausti e per la corretta assegnazione del codice identificativo dello smaltimento (detto CER) per la compilazione del Sistri, Vefim invita i propri clienti a rivolgersi all'azienda che effettua il servizio di smaltimento, poichè il contaminante a determinarne la pericolosità o meno del filtro quando esso è esausto, non il filtro in sè.
come mi comporto in presenza di chetoni?
prestare attenzione in presenza di chetoni da adsorbire , il luogo dev’essere sempre umido e bisogna tenere sotto controllo le reazioni esotermiche
che grado di protezione IP hanno i filtri?
i filtri non rientrano nella classificazione IP.
Il Codice IP, Marchio Internazionale Protezione, IEC standard 60529, classifica e valuta il grado di protezione fornito da involucri meccanici e quadri elettrici contro l'intrusione di particelle solide (quali parti del corpo e polvere) e l'accesso di liquidi.
siamo alla ricerca di un filtro bianco che abbia una certificazione per quanto riguarda la reazione al fuoco in Euroclassi secondo EN 13501-1
è una norma utilizzata nell'edilizia, utilizzata per i prodotti da costruzione.
I nostri filtri non vengono certificati in questo modo, abbiamo altri articoli che lo sono, ma non i media filtranti
Che carbone uso per il trattamento dei vapori di chetoni?
Per basse concentrazioni si può utilizzare il carbone attivo AC22/25. ATTENZIONE i vapori da chetoni sono molto rischiosi da trattare, soprattutto a temperature superiori ai 40-50 °C. Si consiglia di comunicare la concentrazione effettiva da trattare e richiedere una valutazione ad hoc al nostro ufficio tecnico